venerdì 2 giugno 2017

Segnali di ''irrequietezza'' dei Campi Flegrei, anche se da un punto di vista pratico, nulla cambia.


I Campi Flegrei (dal greco flègo, che significa "brucio", "ardo") sono una vasta area situata nel golfo di Pozzuoli, a nord-ovest della città di Napoli e del suo golfo. L'area è nota sin dall'antichità per la sua vivace attività vulcanica.
Attualmente ci sono segnali di ''irrequietezza'' dei Campi Flegrei, anche se da un punto di vista pratico, nulla cambia.
Queste sono le conclusioni che si ricavano e dai risultati di un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto da University College London (Ucl) e dall'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Lo stesso Ingv precisa che "la ricerca ha una valenza essenzialmente scientifica, priva al momento di immediate implicazioni in merito agli aspetti di protezione civile" e rileva che il livello di allerta nei Campi Flegrei resta giallo, ossia di attenzione, come è dal dicembre 2012.
''I segnali indicano che c'è una dinamica in atto, ma non sappiamo se questa 'agitazione' a lungo termine porterà ad un'eruzione'', ha detto il vulcanologo Stefano Carlino, dell'Osservatorio Vesuviano, coautore della ricerca con Giuseppe De Natale, sempre dell'Osservatorio Vesuviano, e Christopher Kilburn, dell'Ucl.
Il territorio dei Campi flegrei è soggetto al bradisismo cioè a lente risalite e discese del suolo. La risalita, come nel periodo attuale, è associata al magma che arriva in pressione a una certa profondità, questo evidenzia un rischio associato al sollevamento, ha evidenziato Carlino che ha parlato inevitabilmente dei rischi reali che sussistono in questa zona calda. Le precedenti crisi, due in particolare, furono registrate rispettivamente tra il ’70 ed il ’72 e poi tra l'82 e l'84, quest'ultima definita molto drammatica e accompagnata da migliaia di terremoti e danni ingenti agli edifici, e che portò all'evacuazione di 25mila persone dal centro di Pozzuoli.
"Non sappiamo quale sia la soglia di criticità dell'energia accumulata'', ha aggiunto Carlino. Tuttavia il modello indica che se la situazione evolverà verso un'eruzione ''questa potrebbe essere simile a quella del 1538, che è stata piccola rispetto a quelle catastrofiche che hanno generato la caldera dei Campi Flegrei''.
Il vero rischio dei Campi Flegrei avrebbe a che fare con l’area densamente popolata e che renderebbe difficile, se non impossibile un’evacuazione di tale portata.
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Riconoscimento osteopatia


Prosegue  l'iter legislativo volto a regolamentare l'osteopatia. Il recente accordo di maggioranza per il riconoscimento di questa figura sanitaria conforta ulteriormente le aspettative, specie in riferimento all'adozione di criteri qualitativamente elevati per l'abilitazione dei nuovi operatori.
Un corso di formazione universitaria post-laurea in Osteopatia per chi ha già una laurea in Fisioterapia o in Medicina e Chirurgia. Mira a istituirlo uno dei trecento emendamenti al ddl Lorenzin presentati alla Commissione Affari Sociali della Camera (che ora dovrà votarli). La proposta di modifica riguarda l’articolo 4 del ddl 1324/14 con cui si sancisce il riconoscimento della professione sanitaria dell’osteopata. Il testo è stato presentato dal capogruppo Pd in Commissione, Donata Lenzi e da altri firmatari dello stesso partito. La modifica ha la finalità di regolare un percorso nato per affrontare un vuoto normativo, così si va incontro a una via, tutta italiana, che renderebbe l’esercizio dell’osteopatia appannaggio esclusivo dei fisioterapisti e dei medici.